giovedì 7 maggio 2015

Dossier: Le Origini del Male - ultima puntata (1915-1916)



In Europa “Lo studente di Praga” aveva preannunciato in qualche modo la fortunata era del cinema espressionista tedesco che sarebbe deflagrata di lì a poco. Wegener, sulle ali del successo ottenuto con il suo lungometraggio d’esordio, ritornò a interessarsi di horror con Il “Golem”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Gustav Meyrink e primo film di un’ideale trilogia di cui è sopravvissuto solo il capitolo più recente girato nel 1920. Del capostipite rimane, purtroppo, solo un frammento di poco più di 3 minuti, sufficiente a rammaricarsi di non poterne vedere il resto (circolano però voci mai confermate sull’esistenza di una copia intatta in possesso di un collezionista). In ogni caso per Wegener fu un nuovo trionfo.



In America, invece, continuò la tendenza ad attingere a piene mani dai (già allora) classici della letteratura gotica, oltre che da Poe come per “La coscienza rivelatrice” di cui abbiamo parlato qualche giorno fa. Il Frankenstein di Mary Shelley, già trasposto in cortometraggio nel 1910 (recuperabile nella puntata 2 di questo dossier), fu liberamente adattato in versione estesa, questa volta da Joseph W. Smiley, con “Life without soul” anch’esso purtroppo andato perduto. 





Il nostro excursus sul primo ventennio di storia di cinema horror si conclude con due opere particolari, la prima fortunatamente giunta del tutto integra fino a noi: “Les Vampires” (disponibile in diverse versioni import e visionabile su Youtube) del regista Louis Feuillade, reduce dal successo di “Fantomas”. Il film, diviso in 10 episodi proiettati in Francia tra il novembre del 1915 e il giugno del 1916, ha un’importanza incommensurabile nella nascita del serial cinematografico (e poi televisivo). I Vampiri protagonisti, però, non sono i non-morti tramandati dal folklore popolare o dagli scritti di Bram Stoker, ma una banda di criminali parigini così nominatasi, per cui l’inclusione del serial di Feuillade nel genere è molto dibattuta. La trama rimane fondamentalmente quella di un poliziesco o un thriller, ma ci sono elementi “neri” piuttosto interessanti, dai travestimenti indossati dai fuorilegge alla perturbante continua minaccia al familiare ambiente borghese. Al di là delle classificazioni, l’anima del film è tutta nell’iconico personaggio di Irma Vep (anagramma di vampiro in francese) interpretata dalla carismatica Musidora (al secolo Jeanne Roques) nel ruolo della vita che la proietterà nell’Olimpo cinematografico.






La seconda opera di cui sopra (e ultima citata nel dossier) è “The Crimson Stain Mistery” dell’americano Thomas Hayes Hunter anch'essa un serial, in 16 episodi, dalle caratteristiche più marcatamente fanta-orrorifiche: narra infatti la storia del Dottor Montrose che, nel tentativo di sperimentare un farmaco in grado di sviluppare le facoltà intellettive delle persone, trasforma le sue cavie in mutanti criminali. Pare che gli episodi sopravvissuti siano almeno una decina, ma conservati in archivi privati e praticamente irreperibili. 




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