lunedì 11 aprile 2016

Der Student Von Prag (1926)



Balduin, uno studente squattrinato, si innamora di una giovane contessa promessa in sposa al cugino. Per cercare di avvicinarla, entrando nei salotti dell’alta società, accetta un patto con il mefistofelico Scapinelli, che, in cambio di 600.000 pezzi d’oro, chiede di appropriarsi di qualunque cosa si trovi nell’umile appartamento dello studente. Baldovino accetta, ignorando che l’accordo include proprio tutto,  anche la sua immagine riflessa nello specchio


I remake non sono una prerogativa solo dei nostri tempi. Lo dimostra questo film che, già nel 1926, riporta sullo schermo Lo Studente di Praga, a soli 13 anni dall’uscita dell’originale firmato da Paul Wegener e Stellan Rye e considerato il primo vero lungometraggio di genere horror. Al timone dell’operazione il regista Henrik Galeen, già collaboratore dello stesso Wegener per la saga del Golem, e autore delle sceneggiature di alcune tra le più interessanti pellicole dell’espressionismo tedesco; nel suo curriculum spicca lo screen play di Nosferatu di Murnau. Galeen segue quasi pedissequamente la trama dell’originale, apportando solo minime modifiche e girando alcune scene in maniera quasi identica. Nonostante la poca personalità, il prodotto finale risulta ben confezionato, da una parte, grazie al progresso della tecnica cinematografica che nei pochi anni intercorsi appare notevole e, dall’altra, per merito dell’interpretazione del protagonista. 
Galeen si affida, infatti, alla stessa coppia di attori che aveva fatto, poco tempo prima, la fortuna del Caligari di Robert Wiene: Werner Krauss e Conrad Veidt. Il primo, però, non riesce a entrare troppo in empatia col personaggio di Scapinelli che, invece, era stato reso ottimamente nell’originale da John Gottowt capace di confezionarne una versione in un certo senso “pre-espressionista”. Veidt, invece, non fa certo rimpiangere Wegener nei panni dello sfortunato Balduin, anzi fornisce una prova nettamente superiore a quella del suo predecessore, risultando al solito bravissimo nel rappresentare fisicamente il tormento interiore del suo alter ego. Convincente in particolare il finale in cui il protagonista ormai esanime si riflette nello specchio infranto. Dell’estetica espressionista, giunta ormai sul viale del tramonto, residuano solo le scenografie degli esterni durante l’ultima fuga di Balduin e l’ombra gigantesca che si vede durante la scena del ballo. Il resto risulta invece abbastanza convenzionale.
Nel complesso si presenta tecnicamente migliore dell’originale, senza però possederne la carica innovativa e l’importanza storica.
Curiosità: Nel 1935 il regista Arthur Robison realizzerà un altro remake, questa volta sonoro.


Reperibilità: Scarsa. Il film è inedito in Italia. In DVD l’unica edizione esistente è quella dell’Alpha Video che è un riversamento della vecchia versione VHS, di bassa qualità. Su Youtube se ne può recuperare qualche scena.

Titolo: Der Student Von Prag
Produzione: Germania (1926), b/n, muto, 91 minuti
Regia: Henrik Galeen
Cast: Conrad Veidt, Werner Krauss, Agnes Estherazy, Elizza La Porta


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