martedì 26 aprile 2016

The Bells (1926)



Mathias è un albergatore che aspira a diventare borgomastro di un piccolo villaggio. Per raggiungere l’obiettivo non esita a offrire cibo e bevande ai suoi avventori abituali, ma al contempo è in costante debito con Frantz,un uomo che gli ha prestato una grossa somma di denaro. Frantz propone a Mathias di dargli in sposa la figlia in cambio dell’estinzione del prestito, ma al rifiuto di questi minaccia di richiedere subito tutta la cifra. La sera di Natale, un mercante polacco di passaggio mostra a Mathias, che gli aveva dato ospitalità, una cintura d’oro massiccio; l’albergatore, sull’orlo della disperazione, cade in tentazione e uccide l’uomo per derubarlo. I suoi problemi economici sembrano risolti, ma da allora comincia ad essere tormentato da allucinazioni e sensi di colpa.


Il film è la trasposizione dell’omonimo dramma in tre atti di Leopold Lewis, replicato più volte a Londra con grande successo a partire dal 1871, e che era a sua volta l’adattamento in lingua inglese dell’opera Le Juif Polonais scritta dal francese Camille Erlanger. La pellicola, dunque, non ha alcun debito diretto nei confronti di Edgar Allan Poe, come invece le è stato attribuito  tempo dopo, in sede di promozione della prima edizione DVD. Elementi ispirati o che quantomeno ricordano i racconti dello scrittore di Boston, invero, sono presenti, a partire dai sensi di colpa del protagonista, fino al personaggio dell’esperto di mesmerismo interpretato dal grande Boris Karloff. A proposito di Karloff, doveroso ricordare che questo rappresenta il primo lungometraggio horror in cui compare, almeno tra quelli conservatisi integri fino ai giorni nostri. 

Qui ha una parte apparentemente secondaria ma, in realtà, molto importante nello scatenare le paure che affliggono il tormentato Mathias. Il suo ipnotista è personaggio sopra le righe, ambiguo al punto giusto e truccato alla maniera espressionista, che lascia il segno; evidente la strizzata d’occhio al Caligari, considerato anche il contesto fieristico in cui si presenta la prima volta. Il regista James Young, giunto quasi al termine della sua carriera artistica che terminerà un paio d’anni più tardi, non era invece avvezzo al genere. Eppure ci sono delle sequenze di tensione molto valide, in particolare quella in cui Mathias, armato d’ascia, si avventa sul malcapitato polacco, con il tocco di classe delle gocce di sangue sulla neve; da ricordare anche quella della partita a carte col fantasma, che si avvale dell’ormai collaudata tecnica della doppia esposizione, di cui Young abusa, soprattutto nella seconda parte. E’ un peccato che il finale deluda ampiamente le aspettative, in maniera non comprensibile, regalando una sorta di redenzione al protagonista (un convincente Lionel Barrymore, fratello di quel John che, pochi anni prima, aveva sbalordito con la sua interpretazione di Jekyll & Hyde di cui abbiamo già parlato).

Curiosità: The Bells aveva già avuto in precedenza due adattamenti, nel 1911 e nel 1918. Una quarta versione, oggi perduta, fu girata con l’avvento del sonoro nel 1931.


Reperibilità: Discreta. E' liberamente visionabile su Youtube. Il film è inedito in Italia e in DVD non è facilmente reperibile, anche se sul mercato esistono un paio di edizioni.


Titolo: The Bells

Produzione: USA (1926), b/n, muto, 68 minuti

Regia: James Young

Cast: Lionel Barrymore, Boris Karloff, Gustav von Seyffertitz, Caroline Frances Cooke


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