giovedì 13 ottobre 2016

(Dossier) Gli altri film del 1929



Nuovo appuntamento con il dossier dedicato agli “altri film” dell’annata, che molto probabilmente diverrà ricorrente d’ora in poi per raccogliere tutto quel materiale che si è perso o è di difficile reperibilità o semplicemente solo collaterale al genere horror.
Cominciamo il viaggio nel resto del 1929 dall’ultimo regista di cui abbiamo parlato, ovvero Benjamin Christensen, per citare il film che di fatto segnò la fine della sua collaborazione con la Metro-Goldwin-Mayer, L’isola misteriosa (The Mysterious Island). Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Jules Verne (parte della trilogia di cui fa parte anche “20.000 Leghe sotto i mari”), si fregiava addirittura di alcune parti in Technicolor e un dispiego di effetti speciali con pochi eguali all’epoca, anche se oggi fanno sorridere per la loro ingenuità. Christensen iniziò le riprese già nel 1926 insieme a Maurice Tourneur, papà del più celebre Jacques, ma l’avvento del sonoro complicò il tutto, arrestandone la lavorazione, già sospesa dopo l’addio di Tourneur che mal sopportava le ingerenze dei produttori. Il film fu completato solo tre anni dopo da Lucien Hubbard e benché sia di genere avventuroso, qualche elemento di interesse per noi ce l’ha nelle creature che i personaggi incontrano nel corso del loro viaggio. 
Protagonista era Lionel Barrymore, attore di lunga militanza che si dilettava, a volte, di passare dietro la macchina da presa, dandoci così modo di parlare di un suo film da regista uscito lo stesso anno, Lo Spettro Verde (The Unholy Night). Trattasi dell’ennesimo esponente del filone “old dark house”, in cui anche la MGM volle inserirsi sulla scia della popolarità delle produzioni Universal e Warner, che vede (non accreditato) anche il grande Boris Karloff in un ruolo secondario. Purtroppo non mi è stato possibile reperirlo, altrimenti avrebbe meritato una recensione a parte, per cui mi riservo di tornarci in seguito qualora dovessi riuscire a visionarlo. 
Facciamo una capatina anche in Europa per parlare in primis di una co-produzione franco-tedesca, Cagliostro (Liebe und Leben eines großen Abenteurers), da più fonti, compreso imdb.com, annoverata arbitrariamente tra i thriller/horror. In realtà trattasi, in gran parte, di una delle prime rappresentazioni cinematografiche del celebre “intrigo della collana” che coinvolse la regina Maria Antonietta tra il 1784 e il 1785, anche se il focus è ovviamente puntato su uno dei protagonisti di quella vicenda, Alessandro Balsamo Conte di Cagliostro, avventuriero, esoterista e alchimista condannato a morte per eresia. La sceneggiatura mescola fatti storici realmente avvenuti e finzione, con una manifesta simpatia per il Conte culminante addirittura in un’immaginaria fuga finale dalla prigione di San Leo insieme alla moglie; ma di horror neanche l’ombra. Certo, come abbiamo già avuto modo di raccontare, il regista Richard Oswald fu uno dei pionieri dell’espressionismo tedesco di cui qualcosa residua ancora nella messa in scena degli esperimenti esoterici di Cagliostro, ma se c’è una cosa per cui il film (comunque molto godibile) è ricordato è il mezzo busto nudo dell’attrice Illa Meery, piuttosto scandaloso per l’epoca, così come la scena in cui espone senza pudore un capezzolo. 
Lo stesso anno Oswald diresse anche Il Cane di Baskerville (Der Hund von Baskerville), tratto dal romanzo “Il mastino dei Baskerville” di Sir Arthur Conan Doyle, che il regista aveva già portato a puntate su grande schermo circa 15 anni prima. Entrambe le trasposizioni di questa celebre avventura di Sherlock Holmes, condita di un pizzico di soprannaturale, sono però andate perdute. Probabilmente smarrito è anche il britannico Chamber of Horrors di Walter Summers, forse il primo film ad essere ambientato in una location classica del cinema del terrore: un museo delle cere, che in questo caso è quello londinese di Madame Tussauds. La scarna sinossi rinvenibile in rete racconta di un uomo che, credendo di aver ucciso la propria amante, si trova a passare la notte nell’inquietante edificio.
E concludiamo in bellezza gli anni venti con un simpatico cartoon targato Disney, La Danza degli Scheletri, primo delle cosiddette “silly simphonies”, le sinfonie allegre, cortometraggi animati prodotti da Walt Disney tra il 1929 e il 1938. Sorprendono il contesto macabro e l’ambientazione gotica. Musica e animazioni perfettamente coordinate.
Buona visione e buon divertimento!


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