venerdì 21 ottobre 2016

Dracula (1931)






Dopo un lungo e movimentato viaggio, l’agente immobiliare Renfield giunge al castello del conte Dracula per sottoporgli il contratto di affitto dell’abbazia di Carfax, nei pressi di Londra. Dracula è in realtà un vampiro che, dopo aver soggiogato la mente del malcapitato Renfield, si trasferisce in Inghilterra sterminando l’intero equipaggio della goletta su cui aveva viaggiato. Giunto a Londra, i suoi interessi si concentrano sulle giovani amiche Lucy e Mina; quest’ultima è la figlia del rettore dell’istituto psichiatrico in cui Renfield, creduto pazzo, è stato ricoverato.

Abbiamo avuto modo di raccontare come il romanzo di Bram Stoker fosse stato già trasporto su grande schermo nel 1922, senza autorizzazione, da Murnau con Nosferatu, Il Vampiro poi condannato al rogo per violazione dei diritti d’autore. Qualche anno dopo, Dracula tornò a essere rappresentato, questa volta a teatro e con il consenso della vedova Stoker, grazie all’adattamento realizzato dall’irlandese Hamilton Deane; portata in scena con successo a Derby nel 1924, l’opera, che vedeva nel cast Raymond Huntley nei panni del Conte e lo stesso Deane in quelli di Van Helsing, ebbe parecchio successo tanto da attirare l’attenzione degli americani che ne acquistarono i diritti. Fu così che nel 1927 la riduzione teatrale, rimaneggiata dal commediografo John Balderston, fece il suo debutto a Broadway; a indossare il mantello del Conte questa volta fu un allora sconosciuto attore di origine ungheresi, Bela Lugosi, destinato a diventare un’icona della cinematografia horror e a lanciare, nell’immaginario collettivo, la figura di Dracula come un aristocratico d’ altri tempi, dall’accento mittle-europeo, vestito elegantemente, modi affascinanti e raffinati, sguardo magnetico che nascondono una bestialità da vampiro. Il successo fu straordinario e lo spettacolo nei due anni successivi divenne addirittura itinerante, suscitando l’interesse della Universal che, già da tempo intenzionata a realizzare un film basato sul romanzo di Stoker ritenuto potenzialmente fruttifero al box office, acquistò a sua volta i diritti (più economici) dello script di Huntley/Balderston. 
La storia del primo vero Dracula cinematografico avrebbe, però, dovuto essere diversa da quella che poi, per una serie di circostanze, fu. Il regista designato dai produttori, infatti, avrebbe dovuto essere, in origine, Paul Leni nel frattempo però deceduto causa setticemia. La scelta della Universal cadde quindi su un altro regista tra i più apprezzati dell’epoca: Tod Browning. Questi, a sua volta, avrebbe voluto ad ogni costo (e non sarebbe stato basso visto che ai tempi era sotto contratto con la MgM) il suo attore feticcio, il mitico Lon Chaney, come protagonista. Chaney, già da tempo malato, morì però per un cancro alla gola, prima ancora che potessero iniziare le trattative per il suo ingaggio e quindi i produttori, memori del successo del Dracula teatrale, optarono per un sostituto low cost che già conosceva bene il ruolo: proprio Bela Lugosi. La crisi portata dalla Grande Depressione non lasciò gran margine di scelta a Lugosi, che si accontentò di una miseria come compenso e si mise al lavoro, imparando a memoria (il suo inglese era ancora scarso e non conosceva il significato e la fonetica di molte parole) le battute che avrebbe dovuto recitare. Le cronache riportano un Browning, benché avesse fama di regista parecchio meticoloso, piuttosto disinteressato al progetto dopo la morte di Chaney; si racconta che lasciò ampio spazio al direttore della fotografia Karl Freund, anche dietro la macchina da presa, tanto che qualcuno parla addirittura di secondo regista non accreditato. Certamente il risultato finale, a livello di regia, risulta solido ma molto più convenzionale rispetto agli altri lavori di Browning, con una staticità non del tutto smarcata dal periodo del muto e da imputare anche alla sceneggiatura basata sul testo teatrale e infarcita di dialoghi. Tuttavia la durata contenuta della pellicola permette di sorvolare, in parte, a mio giudizio, su questo difetto anche perché non mancano le sequenze memorabili. Penso in particolare a quella della cripta, in cui vediamo Dracula uscire per la prima volta dal suo feretro, che la lentezza della ripresa anzi accentua, in modo quasi malinconico, sottolineandone l’epicità col suo soffermarsi sulla mano esitante che spunta dalla bara. Dal punto di vista tecnico il film rimane di alto livello grazie anche alla scenografia (se pur meno sfarzosa di altre produzioni quali Il Gobbo di Notre Dame o Il fantasma dell’Opera, ma la crisi aveva colpito anche la Universal) e alla fotografia in cui Freund trasfuse tutta l’esperienza maturata in Germania durante il periodo espressionista (fu lui ad avere l’idea delle luci puntate sugli occhi del Conte per evidenziarne lo sguardo ipnotico). 
Il merito principale del successo di Dracula è però da attribuire al cast, Lugosi in primis, che ridisegnò, definendola, l’iconografia del vampiro con quel suo aspetto da nobile decaduto, vestito da serata di gala, sensuale, con l’imprescindibile mantello dall’alto bavero sulle spalle, anche se con la significativa eccezione dei canini ipersviluppati. La componente orrorifica del film, che confina fuori campo quasi tutte le scene più spaventose, si regge in gran parte sui suoi movimenti studiati, la gestualità e sulla voce impreziosita dalla cadenza ungherese. All’altezza dei rispettivi personaggi anche Dwight Frye nel ruolo di Renfield e di Edward Van Sloan, che aveva già diviso il palcoscenico con Lugosi ai tempi della riduzione teatrale, in quello di Van Helsing. La pellicola fece il botto al box office, affermandosi come il maggior incasso dell’anno per la Universal che si convinse a investire ulteriormente nelle trasposizioni dei classici della letteratura gotica (e non solo). Dracula, insieme al coevo Frankenstein, ebbe quindi il merito di dare avvio all’industria del cinema dell’orrore e a definire l’horror come genere a sé stante.
Pietra miliare e visione obbligatoria per tutti gli appassionati.

Reperibilità: Ottima. Esistono svariate edizioni, sia italiane che estere, tra cui un bel cofanetto che raccoglie tutta la saga Universal del Conte.
Titolo: Dracula
Produzione: USA(1931), b/n, 75 minuti
Regia: Tod Browning
Cast: Bela Lugosi, Edward Van Sloan, Dwight Frye, Helen Chandler

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