sabato 15 ottobre 2016

The Bat Whispers (1930)



L’inafferrabile ladro soprannominato il Pipistrello è solito annunciare in anticipo i suoi colpi, sfidando apertamente e irridendo di continuo la polizia. La sua ultima impresa lo porta In un’isolata villa di campagna alla ricerca di un bottino di duecentomila dollari, frutto di un misterioso furto alla Banca Fleming. Anche altre persone, però, sono interessate a mettere le mani su quei soldi, ma il Pipistrello, di cui nessuno conosce la reale identità, è pronto a terrorizzare tutti i presenti pur di mettere a segno l’ennesimo furto.

Inauguriamo gli anni trenta, fondamentali nella definizione dell’horror come genere vero e proprio, lasciandoci definitivamente alle spalle l’epoca del muto. The Bat Whispers è il primo film interamente sonoro di cui ci occupiamo, anche se i legami con il decennio precedente sono forti. Trattasi infatti dell’ultimo capitolo della trilogia delle case “infestate” inaugurata da Roland West con The Monster del 1925. Ma c’è di più. Questo terzo episodio, come accennato a suo tempo, altro non è che il remake sonoro del secondo capitolo, The Bat (1926), la cui trama è sostanzialmente identica a parte una piccola postilla finale. Rispetto all’originale, il “Pipistrello” è proposto qui con maggiore indulgenza, mettendo in luce più la sua attività di ladro piuttosto che quella di assassino, con tanto di captatio benevolentiae finale e richiesta agli spettatori di non rivelarne l’identità agli amici (appello peraltro vano per chi già aveva visto l’episodio precedente). Anche l’aspetto del supercriminale viene normalizzato; certo, mantiene l’ombra alata, ma al posto della maschera kitsch da chirottero, in quest’occasione sfoggia un più banale cappuccio nero. 
In compenso l’utilizzo del sonoro consentì di superare alcuni problemi dell’originale, i cui intertitoli non permettevano di gestire al meglio la cospicua mole di dialoghi e accadimenti di cui la sceneggiatura era infarcita. Al di là di questo miglioramento “fisiologico”, sono evidenti anche i progressi di West alla regia, con le acrobatiche sequenze iniziali in soggettiva (realizzate tramite modellini e riproduzioni in scala dei set) che sono, a mani basse, la cosa più bella di un film che altrimenti non avrebbe nulla di veramente nuovo da offrire. Per quanto riguarda il cast ho preferito quello della versione muta, in particolare i personaggi della vecchia Van Gorden e della cameriera resi al meglio dai precedenti interpreti, ma con una non trascurabile eccezione: il protagonista, Chester Morris. Morris, all’epoca attore molto quotato e fresco di nomination all’Oscar per Alibi, poliziesco diretto sempre da West, ha il physique du role per rendere credibili tanto le evoluzioni atletiche del Pipistrello quanto la spocchia da duro del detective Anderson.
Tirando le somme, il film, nell’impostazione, risente ancora del modo di fare cinema del periodo muto e non riesce a smarcarsi a sufficienza dal precedente The Bat che, malgrado i suoi difetti, considero lievemente superiore.
Curiosità: Per evitare qualunque interferenza esterna, West girò sempre di notte. La pellicola per molto tempo fu considerata persa, fino al ritrovamento di una copia nel 1987, restaurata l’anno successivo dalla UCLA Film and Television  Archive.

Reperibilità: Sufficiente. E’ liberamente visionabile su Youtube, ma per la vendita bisogna rivolgersi alle edizioni estere, peraltro poche e non sempre a buon mercato. 

Titolo: The Bat Whispers
Produzione: USA(1930), b/n, 83 minuti
Regia: Roland West
Cast: Chester Morris, Una Merkel, William Bakewell, Grayce Hampton
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